New York: primo fotogramma
(...) chi c'è stato parte sempre da lì. Dal primo fotogramma. La prima guglia sparata in cielo, il primo marciapiede gremito, il colore della pelle del primo incontro. Il primo odore inatteso, che per qualcuno è di oceano, o di carne arrostita, o di zucchero a velo, o di ruggine e foglie marce, anche se quello che sta marcendo è legno, cemento, ferro, mattoni... (...)
"New York è una finestra senza tende", Paolo Cognetti
E' comparsa fuori dal finestrino, dopo le fabbriche del New Jersey, gli svincoli autostradali, Staten island, i ponti, Brooklyn Heights.
La sagoma di Downtown proiettata sul vetro e subito dopo il verde dell'east river Park a far da cornice al profilo più celebre della grande mela.
Siamo appena entrati a Brooklyn, quella di Auster, Miller , Capote, Melville, Whitman e un po' anche la mia.
Era il 1996 quando per la prima volta attraversavo queste strade con un biglietto di solo andata e una valigia troppo grande nel bagagliaio di un taxi giallo. Avevo appena finito il Liceo e venivo a studiare in America.
Le stesse strade mi erano passate davanti per la prima volta, il traffico del lungofiume, le ragnatele d'acciaio del Brooklyn bridge,le panchine della promenade , tutto esattamente identico a parte il lacerante vuoto delle torri.
Ma se da un lato è come se niente fosse cambiato dall'altro è tutto diverso.
Poi fuori compare Bedford Avenue e a distrarmi la magia di Williamsburg...
Fonte di notizie:
mamma gira mondo
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