Burano, l'isola dai mille colori.
14 gennaio 2018.
E' quasi l'ora del tramonto e il cielo comincia delicatamente ad ammorbidirsi sfumando negli azzurri caldi della sera. La luce si addolcisce, l'aria diviene frizzante, le ombre delle case si allungano fino a scivolare sotto i ponti.
Non c'è quasi nessuno per i vicoli di Burano tranne qualche gatto che fa capolino da un calle e un paio di bambini che giocano a pallone sotto al campanìl.
Penso che mi piacerebbe rimanere qui stasera.
Sederci di nuovo tutti insieme con le gambe penzolanti sopra un qualunque canale e confondere lo sguardo tra i riflessi delle case colorate. Osservarne i dettagli senza fretta continuando a chiacchierare come abbiamo fatto per l'intero pomeriggio, domandandoci se saremmo capaci di vivere qui, decidendo il colore giusto per la nostra casa e il nome da scrivere su una targhetta lucida da attaccare accanto alla porta.
Immaginando la vista della laguna dalla finestra al mattino presto o persa nel buio della notte la sera prima di andare a dormire.
Questa volta non possiamo restare ma abbiamo ancora qualche minuto per girovagare senza meta prima di salire sul vaporetto che ci riporterà a Venezia.
Perché è questo che esige Burano.
Sedersi con i piedi a ciondoloni sull'acqua e perdersi.
Tra rive, fondamenta, minuscole piazzette e calli.
Perché ogni più piccola via nascosta dentro a quest'isola da fiaba merita di essere esplorata.
Bisogna infi...
Fonte di notizie:
mamma gira mondo
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